martedì 24 agosto 2010

L'armata Lojosa

Gentile Sindaco,

Dopo questa estate, dopo aver trascorso le mie ferie in Spagna e Portogallo, dopo aver ripreso il mio tran tran ordinario per le vie di Livorno non ho potuto fare a meno di chiedermi una cosa: “Ma dove l’hanno buttato il Di Rocca?”. Domanda che mi è sorta spontanea avendo avuto modo di staccare per 15 giorni la spina da Livorno e ritornare con la mente fresca e ricettiva a ciò che la routine invece generalmente appanna. Domanda che mi è sorta dopo aver visto diversi cassonetti a giro per la città con alcuni rifiuti ammassati ai lati, dopo aver visto di nuovo i famosi “Rifiuti Ingombranti” decorare dopo molto tempo le varie isole ecologiche, dopo aver notato gli aloni di “Loja” che circondano l’asfalto e i marciapiedi intorno alle dette isole, dopo essere stato costretto, forse dopo 10 anni dall’ultima volta, a trattenere di nuovo il fiato passando accanto a tali raccoglitori. Un sudicio che non si ferma ai cassonetti, ma coinvolge anche i più modesti cestini, sempre più ingiovibili, e le strade ormai vero monnezzaio per le quali le sporadiche pulizie fanno ben poco. E diciamo senza mezzi termini, quest’anno c’è andata pure di lusso: l’estate non è stata caldissima, non ci sono stati picchi clamorosi, e il bel tempo è stato interrotto plurime volte da temporali e acquazzoni anche violenti che nonostante i danni hanno pure lavato le strade, la loja intorno ai cassonetti e i cestini bisunti. Eppure... bastan due giorni e la puzza ritorna, l’alone lojoso si riforma, e così via... Peccato non piova dentro i cestini e i cassonetti forse sarebbe la soluzione in assenza di un organizzato lavaggio che, clamoroso!, potrebbe togliere almeno la puzza e il percolato di sudicio.

In due anni consecutivi ho avuto modo di girare tutta la Spagna e il Portogallo, dall’Andalusia a Bilbao da Lisbona a Barcellona e, se l’anno scorso non ho trovato differenze di pulizia tra la mia vacanza e Livorno, quest’anno l’unica similitudine l’ho trovata con Porto, città sporchissima e fatiscente, l’unica al deprecabile livello livornese di quest’anno. Un cambio nella gestione aziendale sicuramente comporta alcuni aggiustamenti, ma tirare i remi in barca e andare alla deriva non può essere certo paragonato ad un qualsiasi tipo di navigazione, anche a vista o sulla rotta sbagliata.

Che ha fatto Di Rocca? Se n’è andato senza lasciare appunti? Qualche post it? Magari il numero di cellulare! Così se proprio non si sa che pesci prendere si può sempre fare una telefonata, parlarsi e chiedere consigli. Poi magari si potrebbe smettere di costruire nuovi quartieri con nuove isole ecologiche, nuove strade da pulire, nuovi cestini da pulire, tutto a parità di base imponibile... ma questa è una storia troppo complessa per essere intesa.

La prego Signor Sindaco, non mi risponda, non mi faccia la sfilza di motivazioni, la chiusura della discarica, l’inciviltà dei livornesi, l’aumento del costo del gasolio, il raddoppio della farina per i bomboloni, la manovra di Tremonti, i tagli e i cuci. Risolva il problema. Si lasci queste legittime scusanti per ingigantire i suoi eventuali successi e non le usi per sminuire le sue personali debacle.

- Edoardo Marchetti