giovedì 4 giugno 2009

Il voto... a Sinistra.

Le elezioni amministrative del 6 e 7 Giugno vedono la città di Livorno come nuova terra di conquista di una destra sempre più estremista e antisociale e sono particolarmente importanti, specialmente per il risultato della nostra città, in quanto vedono il livello locale come banco di prova di una politica nazionale di stampo Augustiano, in cui un primus inter pares (di lì a poco diventerà imperatore) governa senza ostacoli lasciando al Senato il mero compito di avallare il suo operato.

L’eventuale caduta di Livorno nelle mani di una destra che si presenta “a Livorno per governare” e, a seconda dei casi, per Ri-Governare, rappresenterebbe in primo luogo un danno evidente per la città, basta leggere il programma di Taradash che sostiene di “voler mettere fine alla devastazione urbanistica del territorio” eppoi parla di costruire a terra, Nuovo Ospedale, Nuovo Stadio, etc… e in mare addirittura! (leggesi Nuova Diga della Vegliaia). Oppure c’è una ormai-destra che vuole Ri-Governare Livorno, evidentemente non paga dei danni fatti, che vuole continuare ad introdurre a Livorno un Cesarismo Berlusconiano che ha caratterizzato la politica di questi ultimi decenni e che ha snaturato completamente un’etica morale e politica che comunque albergava in una città aperta come è sempre stata Livorno.

Oltre al pericolo locale, la vittoria della destra a Livorno, tra gli ultimi baluardi di “sinistra”, segnerebbe il via libera ad una politica nazionale senza più ritegni etici e morali e senza più remore nell’attaccare quotidianamente i diritti e le conquiste di anni di battaglie dei lavoratori.

E’ dunque necessario sfidare divisioni, appartenenze, delusioni, giuste e comprensibili ma che in questo momento storico di attacco alla nostra democrazia devono essere messe da parte per esprimere la propria fiducia e il proprio voto a Sinistra, quella vera. Astenersi significa dare il proprio voto al cavallo vincente e oggi questo cavallo si chiama Berlusconi. Vogliamo davvero consegnargli Ogni potere?


- Edoardo Marchetti

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