venerdì 25 luglio 2008

Buoni e Cattivi: Rotatoria e Viale Città del Vaticano

Buono: Rotatoria Viale Città del Vaticano - Via Razzaguta - Via San Marino

In breve tempo dopo le segnalazioni fatte da me e altri cittadini è stata completata e messa in sicurezza la rotatoria di Viale della Città del Vaticano - Via Razzaguta - Via San Marino. Adesso è una vera e propria rotatoria con diritto di precedenza sull'anello interno e non più una rotatoria mista estremamente pericolosa. Finalmente un intervento rapido!

Cattivo: Mall di Viale della Città del Vaticano

Le immagini sottostanti parlano da sole: erbacce, rifiuti, visibile malfunzionamento dell'impianto di irrigazione, alberi morti in gran numero (ovviamente se non si annaffiano). Un degrado incredibile considerata l'elevata spesa per la realizzazione di questo viale. Ricordo che i primi alberi furono piantati nella caldissima e secchissima estate del 2003 e, immediatamente morti, sono stati ripiantati più volte con gli esiti che potete vedere: se l'impianto di irrigazione non funziona questo viale continuerà a fare schifo! Per installare panchine e cestini per i numerosi utenti di questo Mall bisogna prima renderlo degno di questo nome.



- Edoardo Marchetti

sabato 19 luglio 2008

Aboliamo l'asfalto!


Inserisco con Somma gioia un articolo apparso recentemente su "Il Tirreno". Forse che finalmente riusciremo a fare manutenzioni stradali in masselli di calcestruzzo? Speriamo!

Bitume alle stelle, lavori paralizzati

FIRENZE. Buche e strade dissestate. La ragione del loro proliferare è presto spiegata: da ricercarsi infatti nel prezzo del bitume, che in un anno ha fatto registrare un più 24 per cento: complessivamente dal 2004 al primo quadrimestre del 2008, il prezzo della materia prima derivata dal petrolio è cresciuto poi del 66 per cento. Tradotto in termini concreti significa per Anas e enti locali riuscire ad asfaltare appena 600 metri di strada allo stesso prezzo con cui fino a quattro anni fa era possibile stendere un chilometro di nuova pavimentazione stradale. L’occasione per la presentazione di questi dati non certo tranquillizzanti è stata offerta ieri mattina a Firenze dai costruttori edili della Toscana per denunciare l’«allarmante» spirale su cui si sono avviati i prezzi delle materie prime necessarie al comparto dell’edilizia. «Le imprese del settore - ha reso noto senza mezzi termini il presidente regionale dell’Ance (Associazione nazionale costruttori edili) Stefano Varia - sono a rischio sopravvivenza, così come incerta diviene la conclusione delle opere pubbliche già avviate o in fase di programmazione». L’aumento dei prezzi che sta colpendo in misura rilevante il bitume non risparmia infatti gli altri materiali da costruzione: ad esempio il ferro, che incide per circa il 20 per cento sul costo totale di costruzione di una strada su viadotto, e che è aumentato secondo il listino prezzi della Camera di commercio di Brescia, del 108,7% in soli sei mesi, dal 3 dicembre 2007 al 16 giugno 2008. «Per gli appalti in essere chiediamo interventi immediati e urgenti da parte del legislatore nazionale - spiega Varia - che deve riconoscere alle imprese edili la stessa tutela economica riconosciuta alle imprese dei servizi e forniture». «Occorre cioè individuare - prosegue - un meccanismo che permetta di adeguare i prezzi dei materiali da costruzione e degli altri fattori di produzione (manodopera, trasporti e nolo) in modo certo e rapido quando le variazioni di prezzo superano una certa quota». In pratica l’associazione dei costruttori domanda fra le righe il ripristino della cosiddetta “revisione prezzi” che fino al 1992 serviva a ripagare le imprese alla chiusura del cantiere, di eventuali aumenti nelle materie prime avveratisi durante la fase dei lavori. Per quanto riguarda invece le future opere infrastrutturali ancora di là dal nascere, l’Associazione nazionale costruttori edili rivendica da parte degli enti locali «una presa d’atto della realtà del mercato» e quindi l’immediata revisione dei prezzari delle materie prime su cui si baseranno le future gare d’appalto: a rischio infatti la partenza o la conclusione di opere quali la Tav, l’autostrada tirrenica fra Rosignano e Civitavecchia, la Due Mari fra Grosseto e Fano. Dinanzi a un’eventuale inerzia legislativa da parte della politica, denunciano i costruttori della Toscana, in gioco entrerebbe anche il futuro occupazionale degli oltre 70mila lavoratori del comparto che operano soltanto nella nostra regione; l’edilizia, con oltre 2 milioni di lavoratori a livello nazionale (il 33 per cento dell’intera occupazione industriale) rappresenta infatti in termini statistici ben l’11 per cento dell’intero prodotto interno lordo italiano: una sua eventuale crisi farebbe ricadere i suoi effetti sull’intera economia nazionale. Fra le ragioni che si adducono per trovare una esauriente spiegazione al vertiginoso aumento dei prezzi delle materie prime, si scontrano due principali scuole di pensiero: da una parte chi tende a spiegare il fenomeno come esclusivo frutto di una mera speculazione da parte degli operatori finanziari tramite lo strumento dei “futures” (contratti con cui ci si impegna dopo un determinato tempo a scambiare una certa quantità di una merce ad un prezzo prefissato); dall’altra chi dà la colpa a Cina e India, che disponendo di grande liquidità finanziaria possono aggiudicarsi a ogni prezzo le materie prime di cui necessitano le loro economie. - Gabriele Firmani
- Edoardo Marchetti

mercoledì 16 luglio 2008

Amministrare la sconfitta

Siamo entrati da qualche tempo nell’ultimo anno di mandato di questa amministrazione guidata dal Sindaco Alessandro Cosimi ed è ovviamente tempo di trarre qualche conclusione, qualche bilancio. Personalmente mi trovo in imbarazzo ad esprimere un qualsiasi giudizio di merito sul Sindaco, persona che, per quanto ho avuto modo di conoscere da consigliere Circoscrizionale, posso definire sostanzialmente onesta, qualità di non poco conto di questi tempi, e nel senso migliore e non letterale del termine, abbastanza capace di ascoltare, disponibile al confronto, doti forse ereditate dal precedente e delicato impiego. Il mio imbarazzo deriva dal fatto che, al contrario del suo predecessore, non saprei dire se ha svolto bene o male il suo compito. Cosimi, nella mia mente (ma a quanto sento anche in quella di molti livornesi), risulta come un giocatore che entra negli ultimi minuti di una partita e si becca il giorno dopo un S.V. ovvero “Senza Voto”; il problema è che ormai sono passati anni dal suo insediamento e di cambiamenti tangibili la città non ne ha avuti. Certo! Potremmo dire che non ha fatto particolari danni, un grosso passo avanti per la nostra città! Ma oltre questo? Cosa rimane?

Tutto il mandato si sviluppa in alti e bassi, dall’attuale Italia Wave (evento positivo a mio avviso) al discorso Nuovo Centro (picco negativo e occasione perduta), tutto unito da un singolo filo comune: il basso cabotaggio politico di certe operazioni, la precarietà del disegno culturale cittadino, l’assenza di un idea precisa di futuro sviluppo. Signor Sindaco, lei potrà probabilmente essere un buon Amministratore ma io, per quanto “giovane”, sono cresciuto con l’idea che si debba “amministrare” un vantaggio, un 2-0, una posizione di dominanza, una situazione in genere favorevole. Sarebbe piuttosto opportuno ammettere che Livorno ha perso, è in svantaggio, è una città addormentata che ha perso ormai ogni sua connotazione di solidarietà e accoglienza, priva di fuoco culturale, priva di industrie, una città in disarmo, una città senza idee che naviga a vista e spesso si incaglia. Quando si perde non si amministra mai, si “governa”, si cerca di dare una nuova rotta, si cerca di uscire dalle secche sperimentando nuove strade, scommettendo sul futuro. E se qualcuno le fa un appunto o le da un consiglio, non la prenda come una critica personale, ma cerchi piuttosto di capire il perché delle tesi avverse e cerchi di capire che un livornese che critica non lo fa per sport, ma per amore verso la propria città.

- Edoardo Marchetti

venerdì 4 luglio 2008

Idea di Riqualificazione Piazza Sforzini

Presento qui un idea di risistemazione della Piazza Sforzini specialmente nella parte a Sud di Via Ricci. L’obiettivo è quello di riqualificare l’enorme piazzale asfaltato e assolato che di fatto costituisce la piazza e renderlo più gradevole e più fruibile.

Essendo la Piazza Sforzini a vocazione estremamente commerciale, gli aspetti da tenere principalmente di conto sono 2: valorizzare ed incrementare i percorsi pedonali con l’impiego di marciapiedi più ampî e con maggiori attraversamenti pedonali, e aumentare l’efficacia di soste e mezzi pubblici mediante l’incremento di posti auto, la creazione di apposite fermate per i Bus e l’introduzione di alcune rastrelliere.

Al fine invece di evitare l’insolazione estiva che rende la piazza un forno, è stata prevista la piantumazione di diversi tipi di alberi sia nelle zone attualmente a verde (parte Nord della Piazza) sia nelle zone create ex-novo.

L’idea parte da un allargamento del marciapiede posto sul lato Ovest della Piazza fino a 2 metri per permettere un buon camminamento ai numerosi clienti dei vari negozi. Tale marciapiede inoltre dovrà essere allargato con dei denti in prossimità dei passaggi pedonali in modo da evitare la sosta sugli stessi e in modo da agevolare la visibilità di un eventuale pedone da parte di un guidatore.

L’asse viario presente deve essere il più possibile concentrato sul lato mare della piazza in modo da permettere un buon uso della rimanente piazza e per questo l’intersezione con Via del Mare dovrebbe essere tutta rifilata con marciapiedi aggettanti in modo da evitare la sosta sugli angoli e in modo da evitare la sosta anche direttamente sull’incrocio sul lato est.

Su questo lato si potrebbe pensare di inserire dei parapedoni con pannelli pubblicitari in posizione estremamente favorevole (in testa a Via del Mare) e probabile piccola fonte di rendita.

Questi parapedoni andrebbero a proteggere il marciapiede dalle invasioni di sosta selvaggia e potrebbero essere seguiti da diverse rastrelliere del tipo presenti all’Ipercoop fino a qualche anno fa (semiarco alto un metro) in modo da agevolare il bloccaggio del mezzo anche alle persone più anziane che non possono piegarsi. Il tutto potrebbe essere ombreggiato da tamerici poste a breve distanza tra di loro e dotate di griglia alla base (le tamerici sono alberi non di alto fusto che possono essere piantumate anche i prossimità degli edifici).


Spostandoci verso Nord la Via delle Cave verrebbe messa a senso unico da Via degli Ulivi a Piazza Sforzini portando alla creazione di posti auto sulla via stessa e alla creazione di alcuni posti auto e motocicli sulla piazza facendo sbucare la strada in testa a Via Ricci.

Questa diversione permetterebbe di avvicinare all’asse viario le soste del bus evitandogli pericolosi incroci casuali come avviene attualmente e inoltre si creerebbe un altro braccio per la sosta dei bus che

e fanno lì capolinea. Una piccola fascia di verde tra le due fermate dotata di alberi ad alto fusto caducifoglie, permetterebbe un attesa più gradevole e meno sahariana del mezzo pubblico. Questa isola permetterebbe inoltre di creare un percorso pedonale centrale alla Piazza che attualmente non esiste in quanto è necessario circumnavigarla completamente se si vuole evitare di essere investiti e permetterebbe a Via Ricci di immettersi in maniera più razionale sulla strada principale.


Note:


· Salvo le tamerici o simili davanti all’intersezione di Via del Mare, le altre piante dovrebbero essere tutte caducifoglie ad alto fusto e di specie il più possibile diverse tra di loro per creare un effetto naturale e per evitare epidemie in caso di malattia specifica.

· Nella bozza sono stati inseriti alberi anche al di fuori delle aree verdi per garantire l’ombreggiatura dei percorsi pedonali e delle soste: in questo caso onde garantire la continuità pedonale basta inserire delle griglie di protezione alla base del tronco. Un’idea per evitare il possibile affioramento delle radici (oltre quella di garantire la permeabilità complessiva a mezzo di masselli drenanti autobloccanti) potrebbe essere quella di inserire un anello di calcestruzzo (quelli per i pozzi) da un metro e più di diametro per 1-2 metri di profondità in modo che le radici si sviluppino in orizzontale solo sotto tale quota.

· Tutti i marciapiedi sono in massello drenante autobloccante con sottostrato in geotessile.


- Edoardo Marchetti