sabato 8 dicembre 2007

Un'idea di futuro

Pubblico una lettera che ho inviato al quotidiano "Il Tirreno":

Un idea di futuro. Forse è questa la grave mancanza di Livorno. Vi siete mai chiesti come vi immaginate Livorno nel futuro? Forse no, e se sì.... presumo ve la immaginiate piu o meno come ora, forse con la speranza di avere qualche buca in meno per strada. Quando una società arriva a questa stasi di idee, o si ripensa, o muore. La cultura del buongoverno (molto opinabile a seconda dei vari punti di vista) è vista in questa città come la realizzazione del meno peggio o, se va bene, la sistemazione dell’esistente mai una volta che abbia sentito parlare di qualche progetto futuristico per Livorno. Niente di trascendentale, mi basterebbe anche un idea nuova, un’idea.

Per l’attività politica che svolgo da Consigliere di Circoscrizione mi accorgo che a Livorno si presentano come novità soluzioni che l’Europa ha già adottato 15-20 anni fa e che sono già state ampiamente superate e sostituite da idee più nuove, moderne, futuristiche. Invece di adottare subito le nuove idee e le nuove soluzioni per quanto riguarda traffico e urbanistica, per fare un esempio, noi adottiamo misure già vecchie con la scusante che nel passato hanno dato grandi risultati. Certo! 20 anni fa appunto. Invece di saltare un grado di sviluppo spendendo soldi inutili per avere qualcosa di già scaduto, sarebbe opportuno tentare un azzardo, scommettere su cose nuove, se poi va bene possiamo definirci all’avanguardia!


Le idee per la corretta amministrazione cittadina non mancano e provengono da ogni parte: solo le Circoscrizioni con il loro impegno sostanzialmente volontario, sfornano progetti, sistemazioni, aggiornamenti, aggiustamenti della vita quotidiana. Parte di questo lavoro è accolto con favore, parte scartato, ma è tutta una progettazione e un ideazione che si basa sull’adeguamento dell’esistente a parametri europei di due decenni addietro. Io stesso, un po’ per gioventù, un po’ per la volontà di smuovere delle acque ferme sostanzialmente dagli anni ’60, mi perito a proporre idee Nuove, idee che possono venirmi in mente leggendo varie pubblicazioni internazionali o interessandomi di ciò che accade fuori dalla Provincia Italiana; mi perito perché le poche volte che ho proposto qualcosa di Nuovo, sono stato un po’ guardato come un marziano, come una persona priva di qualsiasi realismo, come dire..... ma dove ti credi di essere?? Sei a Livorno! Sono 7 anni che contribuisco ai lavori della Circoscrizione 4 ma dopo le infinite volte che mi sono scontrato contro i mulini a vento, rischio di perdere anche la sola, mera, speranza di cambiare in meglio questa città.


Cosa chiedo? Chiedo a chi ha un idea, una qualsasi, una voglia di modernità, di non tenersela per se ma di divulgarla. Volete un esempio? E’ un mio pallino da tempo, talmente tanto tempo che forse è un idea già vecchia. Perché non bandire una gara internazionale per la costruzione della facciata della Chiesa dei Domenicani (per chi non se ne fosse accorto quella non è una facciata!). Dopo 400 anni dalla sua costruzione è stata fatta quella del Duomo di Firenze, a breve dovrebbe essere costruita quella di San Lorenzo, sempre a Firenze, perché non provarci anche noi? Potremmo chiamare qualche architetto di fama internazionale, dargli carta bianca, fargli fare qualcosa di modernissimo, in modo che Livorno possa poi essere inserita in una catena di pubblicazioni settoriali che faranno pubblicità gratuita alla nostra città. Sempre di più si visitano vari luoghi sparsi nel mondo, non tanto per la loro bellezza ma per ammirare l’opera di un certo architetto, per gustarla dal vivo. E’ costoso.... (nemmeno poi tanto) ma è una scommessa sul futuro. Cosa abbiamo da perdere? Forse solo la speranza.

Edoardo Marchetti

3 commenti:

Stefano ha detto...

L'idea della facciata per Santa Caterina (che si potrebbe estendere anche alla vicina chiesa di San Ferdinando) è senza dubbio provocatoria e può servire a sollevare un dibattito nell'opinione pubblica sull'architettura contemporanea a Livorno. Purtroppo la città da questo punto di vista è immobile e, salvo qualche intervento sporadico, l'architettura livornese non produce risultati particolarmente significativi da almeno 40 anni. Per argomentare questa affermazione basterebbe prendere in considerazione il confronto tra il grattacielo di piazza Matteotti e le torri di Porta a Terra. Il primo, costruito intorno agli anni '60 su progetto di Michelucci, parla un'architetteura nuova, allontanandosi dalle geometrie pure delle torri costruite sino ad allora; invece le recentissime torri di Porta a Terra (ed in particolare quella sud), nella loro forma minimalista e nella mediocrità dei temi compositivi, vanno ad aggiungersi al bollettino delle "occasioni perse". In conclusione, sarebbe già "molto" se fosse avviato un progetto di riqualificazione per la piazza antistante la chiesa di Santa Caterina, magari che non si risolvesse nell'ennesima posa in opera di uno strato di asfalto. Mi riprometto, prima o poi, di buttare giù qualcosa su quanto ho esposto sopra. PS Ottimo blog con ottime idee!

Edoardo Marchetti ha detto...

E infatti la mia idea era di riproporre lo stesso modello anche per la Chiesa di San Ferdinando anche se qui l'intervento è più cospicuo in quanto la facciata è più grande.
E' proprio quello il dramma livornese: l'assenza di idee. Non c'è più la volontà di ardire a qualcosa di nuovo. Ti dirò, hai ragione per quanto riguarda la Porta a Terra e la torre sopra Castorama, assolutamente anonima, ma per quanto riguarda l'AC Hotel e la Torre CGIL ritengo che qualche passo avanti si sia fatto... se non nella struttura in sé (un parallelepipedo) almeno si è fatto nello scegliere la facciata prefabbricata, ventilata e con materiali un pochino diversi dai soliti mattoni faccia vista.
Per quanto riguarda Piazza del Luogo Pio in generale è da scongiurare ad ogni costo l'ipotesi di edificazione dalla Consabit: sostanzialmente un brutto progetto architettonicamente morto che andrebbe oltretutto a chiudere la vecchia chiesetta senza pensare a la perdita totale del parcheggio. Per questo a breve, spero, posterò un progettino in cui si costruisce sì... ma salvando parte del parcheggio e soprattutto la vista della chiesa a chi arriva dal Municipio. A Presto!

Stefano ha detto...

Si, il progetto delle Torri AC Hotel e CGIL sembra più curato rispetto a quello del palazzone accanto a Castorama (che però è stato costruito dopo), eppure per un contesto così importante come quello di Porta a Terra mi sarei aspettato maggiore audacia, senza considerare poi che accorgimenti tecnologici come le facciate ventialate dovrebbero essere ormai un punto di partenza per qualsiasi nuova edificazione.
Anche Piazza del Luogo Pio potrebbe rappresentare un'occasione importante.
Lo scopo principale di un qualsiasi tentativo di recupero dovrebbe essere quello di creare una vera piazza, intesa proprio come spazio per la vita della cittadinanza, in luogo dell'odierno sproporzionato parcheggio.
Eppure, se in una prima bozza di oltre 10 anni fa la piazza rivestiva ancora un ruolo centrale, nei progetti più recenti le nuove costruzioni hanno assunto maggiore risalto, riducendo lo spazio da destinare alla piazza stessa.
Bisognerebbe avvicinarsi all'idea originaria, senza tuttavia ricorrere alla costruzione di quei falsi storici tanto cari alla maggior parte della popolazione.
Secondo me, sul tema delle piazze, Livorno ha ancora molta strada da fare: avevo parlato di Piazza dei Domenicani (oggi ridotta ad un parcheggio, con bidoni dell'immondizia e scalcinate pensiline per la fermata degli autobus), ma si potrebbero ricordare anche la Piazza del Cisternone (esattamente come la precedente) e la vicina Piazza II Giugno, per le quali non c'è mai stato un piano di rivalorizzazione degno di questo nome.
E se l'architettura contemporanea a Livorno non ride, il discorso può essere esteso oltre: infatti in città non esistono monumenti d'arte contemporanea esposti in luoghi pubblici (sulle piazze, nei parchi... ma spero di non vederne mai al centro di rotatorie stradali), così come non esistono fontane.
La chiusura di Livorno alla contemporaneità è pressoché totale ed è un problema che parte dalla popolazione e che investe anche la classe dirigente, sia essa formata da politici o da imprenditori.
In una città dove c'è ancora chi chiede di abbattere Palazzo Grande sperando ingenuamente di veder rinascere l'antica Piazza Grande (con i portici seicenteschi, i Tre Palazzi, Palazzo Granducale e quello del Governatore ormai scomparsi!), sembra quasi di dover affrontare una battaglia contro i mulini a vento.