domenica 20 gennaio 2008

Le Radici del No.

Pubblico una lettera che ho inviato a "Il Tirreno" in risposta a un intervento di Marco Ruggeri, Coordinatore Territoriale del P.D.

Le Radici del No

Le varie maggioranze di governo che governano il paese spesso si profondono nel dire che la loro incapacità di decidere è sovente imputabile alle varie fazioni contrarie alle loro decisioni, fazioni che attraverso veti incrociati, manifestazioni, contestazioni bloccano il loro illuminato disegno di governo. Con questa visione la divisione maggioranza-opposizione, è diventata più una guerra distruttiva tra Guelfi e Ghibellini estremamente tipica dell’Italia; ma se chi contesta il potere, si pone quasi ogni giorno il perché vengano fatte certe scelte non condivise, troppo spesso chi governa non si chiede perché le sue scelte siano così aspramente o addirittura pregiudizialmente contestate.

Scendendo nel particolare possiamo prendere a titolo di esempio Livorno dove ogni buon medio livornese non appena si accorge che si allestisce un cantiere in un punto della città a cui tiene, impazzisce e inizia a fare telefonate a destra e sinistra, Circoscrizione, Comune, municipalizzate, per sapere: Cosa diavolo stanno facendo??? Tale “fobia collettiva da cantiere” non nasce dal nulla e non è un morbo diffuso dall’influenza aviaria ma piuttosto ha radici più profonde che esprimono un latente e incoscio pessimo giudizio sull’amministrazione cittadina degli anni passati.

La storia purtroppo ci ha dato numerosi esempi di come si possa governare male lo sviluppo di una città, talvolta per sfortuna, talvolta per sfiga, più spesso per incompetenza o perché non abbiamo ascoltato le ragioni del No. Partiamo dallo svincolo di Livorno Sud (doveva essere pronto per le Colombiadi del 1992), per arrivare al Palalagida (completato dopo anni di abbandono), all’Acquario (in alto mare), alla Piazza Guerrazzi (piscina all’aperto per anni), alla Galleria di Montenero (crollo di una palazzina), senza citare i danni al commercio di Porta a Terra o la morte dei Cinema cittadini per via della Multisala Medusa. E’ ovvio che tutti questi episodi creino nel cittadino il timore per il nuovo, e le rassicurazioni dei politici di turno sono semplicemente dei dejavù che rimandano a episodi infausti.

Per quanto non sia pregiudizialmente contrario al rigassificatore e per quanto la campagna per il No sia stata condotta in maniera alcune volte strumentale e, specialmente nella fase iniziale, in maniera totalmente allarmistica, mi chiedo come mai l’amministrazione si ostini a non voler fare esprimere i cittadini sull’argomento, forse temendo una sconfitta per le ragioni sovraesposte. Il rigassificatore non è più un opera di interesse nazionale, e quindi sottoponibile a referendum locale, dal momento in cui si identificano ben 21 possibili siti per i vari impianti tra i quali poi se ne dovranno scegliere 4-5, dunque perché l’amministrazione dice sempre NO a questa istanza di democrazia? Se, come dice Marco Ruggeri, i cittadini “continuano a darci ragione”, non dovrebbe esserci alcun problema nell’incassare un SI convinto.

Il paradosso si raggiunge invece quando l’opposizione dice SI a qualche progetto presentato dalla maggioranza. Alla Circoscrizione IV da tempo è stato presentato un progetto per la riqualificazione di Piazza Damiano Chiesa, un progetto che ho ritenuto valido e per il quale ho invitato il Consiglio ad esprimere un forte appoggio affinché venisse realizzato al più presto. Morale? Non ne ho più sentito parlare. Forse ha spaventato il fatto che chi dice sempre No per una volta abbia detto sì....non so. Come si può chiedere all’opposizione di non dire sempre NO, se quando dice SI’ poi comunque non succede niente?

Edoardo Marchetti

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