mercoledì 16 luglio 2008

Amministrare la sconfitta

Siamo entrati da qualche tempo nell’ultimo anno di mandato di questa amministrazione guidata dal Sindaco Alessandro Cosimi ed è ovviamente tempo di trarre qualche conclusione, qualche bilancio. Personalmente mi trovo in imbarazzo ad esprimere un qualsiasi giudizio di merito sul Sindaco, persona che, per quanto ho avuto modo di conoscere da consigliere Circoscrizionale, posso definire sostanzialmente onesta, qualità di non poco conto di questi tempi, e nel senso migliore e non letterale del termine, abbastanza capace di ascoltare, disponibile al confronto, doti forse ereditate dal precedente e delicato impiego. Il mio imbarazzo deriva dal fatto che, al contrario del suo predecessore, non saprei dire se ha svolto bene o male il suo compito. Cosimi, nella mia mente (ma a quanto sento anche in quella di molti livornesi), risulta come un giocatore che entra negli ultimi minuti di una partita e si becca il giorno dopo un S.V. ovvero “Senza Voto”; il problema è che ormai sono passati anni dal suo insediamento e di cambiamenti tangibili la città non ne ha avuti. Certo! Potremmo dire che non ha fatto particolari danni, un grosso passo avanti per la nostra città! Ma oltre questo? Cosa rimane?

Tutto il mandato si sviluppa in alti e bassi, dall’attuale Italia Wave (evento positivo a mio avviso) al discorso Nuovo Centro (picco negativo e occasione perduta), tutto unito da un singolo filo comune: il basso cabotaggio politico di certe operazioni, la precarietà del disegno culturale cittadino, l’assenza di un idea precisa di futuro sviluppo. Signor Sindaco, lei potrà probabilmente essere un buon Amministratore ma io, per quanto “giovane”, sono cresciuto con l’idea che si debba “amministrare” un vantaggio, un 2-0, una posizione di dominanza, una situazione in genere favorevole. Sarebbe piuttosto opportuno ammettere che Livorno ha perso, è in svantaggio, è una città addormentata che ha perso ormai ogni sua connotazione di solidarietà e accoglienza, priva di fuoco culturale, priva di industrie, una città in disarmo, una città senza idee che naviga a vista e spesso si incaglia. Quando si perde non si amministra mai, si “governa”, si cerca di dare una nuova rotta, si cerca di uscire dalle secche sperimentando nuove strade, scommettendo sul futuro. E se qualcuno le fa un appunto o le da un consiglio, non la prenda come una critica personale, ma cerchi piuttosto di capire il perché delle tesi avverse e cerchi di capire che un livornese che critica non lo fa per sport, ma per amore verso la propria città.

- Edoardo Marchetti

Nessun commento: