venerdì 6 novembre 2009

Venustas vs Utilitas


In questi giorni a Castello Pasquini a Castiglioncello ho partecipato ad una interessante due-giorni di convegno sul tema dell’energia in campo edilizio chiamata “Energethicamente” che ha affrontato con molta serietà e con numerosi contributi tutti i vari aspetti da promuovere e incentivare nel campo della edilizia sostenibile, del risparmio energetico e della produzione da fonti rinnovabili. In mezzo a questa esposizione di idee varie, tecniche, alcune personalmente condivisibili ed altre meno, si è distinta per la sua negatività la posizione della Sovrintendenza ai Beni Architettonici di Pisa e Livorno rappresentata dal Sig. Lorenzi. Forse non ho capito, forse si è espresso male l’oratore o forse un mix delle due cose ma dopo una premessa spesa a dire che la Sovrintendenza non è un Cerbero che dice solo “No”, le argomentazioni poste dal relatore hanno piuttosto acuito e sancito questa percezione comune che molti cittadini hanno di questo Ente importante. Tre esempi su tutti: il Sig. Lorenzi ha sostenuto, per quanto riguarda l’eolico, che le pale vanno poste in aree pressoché invisibili, senza ricordare che sono generalmente aree a minor ventosità e quindi a minor efficienza energetica, che non dovrebbero essere poste alla vista degli agriturismi per non turbare la bellezza del paesaggio e le attività economiche, escludendo pressoché mezza Italia, e che, per quanto riguarda il microeolico, di privilegiare i rotori ad asse verticale piuttosto che quelli ad asse orizzontale dimenticando o ignorando, dipende dai casi, che quelli ad asse verticale hanno una efficienza molto inferiore di quelli ad asse orizzontale. Poi non si può mettere nemmeno il fotovoltaico o il solare sui tetti, sia chiaro: è brutto, sarebbe meglio una progettazione integrata con delle lastre di vetro fotovoltaico in facciata come se l’efficienza di un pannello fotovoltaico o solare non dipendesse dalla perpendicolarità media ai raggi solari che alla nostra latitudine ci indicano di metterli a tetto. Il Sig. Lorenzi, di fatto con le sue parole tende a imbalsamare il territorio non perché non dia la possibilità di trasformarlo ma piuttosto perché le aree in cui secondo lui si può intervenire più o meno liberamente diventano, per esclusioni successive, estremamente ridotte e generalmente ininfluenti agli obiettivi di sostenibilità energetica. Con questo criterio di imbalsamazione architettonica e paesaggistica immagino che una eventuale Sovrintendenza Romana non avrebbe dato parere favorevole alla costruzione del Colosseo, scempio ambientale con distruzione di laghetto e zona umida, oppure avrebbe proibito la costruzione degli acquedotti, mostri tecnologici che portano acqua alla Urbe ma che deturpano quel bel paesaggio Etrusco tanto caro a noi cives romani. Questi oggetti da nascondere, di cui vergognarsi, come sosteneva di contro il Sig. Giacobbe di Legambiente, in altri paesi quali Spagna e Germania vengono percepiti come simbolo del futuro e della purezza dello sviluppo sostenibile. Il Sig. Lorenzi ha richiamato Vitruvio e i suoi tre pilastri dell’architettura (bellezza, utilità e stabilità) sostenendo giustamente che vanno concilitati tutti e tre. In linea teorica però perché siamo alla vigilia di un disastro climatico che non influirà solo sulla specie umana ma su tutto il Pianeta, per cui i tre pilastri non possono avere tutti lo stesso peso ma è necessario in questo momento storico pensare fortemente all’utilità degli interventi che facciamo sul patrimonio edilizio. Provocatoriamente dico che forse dopo 3000 anni siamo alla fine dell’era delle tegole che a loro volta sostituirono i tetti in paglia fieno e foglie dopo 10.000 anni di onorato servizio. A confutazione delle tesi del sig. Lorenzi, il sig. Giacobbe ha sostenuto che privilegiare la bellezza architettonica e paesaggistica in questo momento sia come diventare anoressici per sembrare più belli: otteniamo un risultato estetico a scapito però della nostra salute e della nostra stessa sopravvivenza. Forse il problema è generazionale in quanto chi ha potere di veto, chi ha il coltello dalla parte del manico e decide le sorti dei progetti ecologici appartiene ad una generazione a cui è stato assicurato che per i prossimi 20-30 anni potranno avere ossigeno a sufficienza per respirare. Io ho 27 anni e davanti a me se tutto va bene ne avrò 60: sinceramente di quei 20-30 non mi accontento e sono francamente stufo di pagare per tutta la mia vita gli errori e i danni che le generazioni che mi hanno preceduto hanno fatto. Non possiamo più vivere scaricando il debito sulle generazioni future: è ora di cambiare.

- Ing. Edoardo Marchetti

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grandissimo Edo,
concordo appieno!
e tra l'altro - opinione personale - le pale eoliche non sono cosi esteticamente inaccettabili!

Fabio